PARROCCHIA SS. REDENTORE - MONSERRATO

I genitori di una bambina down di Perugia hanno ricevuto 80.000 euro di risarcimento perché i medici, chiamati a fare una indagine sul nascituro, avevano commesso un errore dichiarando che il feto non era malformato; alla nascita invece fu poi verificato che il bambino era affetto dalla sindrome di Down. I genitori, non soddisfatti del denaro ricevuto, hanno fatto allora ricorso alla Corte di Cassazione per un ulteriore risarcimento e lo hanno ottenuto avendo la Corte dato loro ragione. La novità della sentenza della Corte di Cassazione è rappresentata dal fatto che si introduce una sorta di diritto ad abortire collegato ai disagi non solo dettati dal danno economico per le ulteriori non previste spese determinate

Festa dei papà. Dedicato ad Alberto ed al suo papà
dalla patologia del bambino, ma anche dal disagio 'relazionale' che il particolare stato della patologia induce nei genitori e in chi interagisce con la famiglia.

Chiediamo al papà di Alberto (vedi foto sopra con Alberto): cosa ne pensa della sentenza?

Le sentenze non mi sorprendono. Siamo contrari all'aborto: quando è nato Alberto, anche se down, per noi è nato "nostro" figlio. Anche se siamo contrari all'aborto, però è importante che i genitori siano informati per tempo sulla disabilità di un figlio per essere pronti a combattere per il suo futuro e per avere come genitori gli appoggi necessari. Invece la notizia della disabilità di nostro figlio è giunta per noi inaspettata. Noi crediamo che il ginecologo lo sapesse ma non ce l'ha voluto far sapere. Io avevo già problemi sul lavoro e quindi la nascita di un figlio down ha aggiunto nuovi proble-mi a cui non era preparato. Non è stato nemmeno facile comunicare la notizia al fratello Giacomo, di 8 anni più grande, ed ai parenti. Mia moglie ha letto molti libri sul tema della disabilità. Ad es. il libro di Michela Capone, "Quando impari ad allacciarti le scarpe", Delfino Editore.

E' la storia vera di una magistrata che si trova ad avere un bambino con un handicap psichico. Anche lei è dovuta entrare in un mondo che non conosceva e fare un faticoso cammino di crescita - anche di fede, nell'abbandono fiducioso in Dio - per giungere a relazionarsi nel modo giusto con i problemi del suo bambino. Anche per me la realtà dei down è stata una scoperta. Da ragazzo giocavo con un coetaneo down: ci giocavo, però i ragazzi down non li avevo mai visti da piccoli. Solo più tardi, frequentando dei centri che si occupano di down li ho "scoperti" nella loro infanzia.


 

Cosa avete imparato dalla vostra esperienza, cosa vi ha insegnato Alberto?

Ti rendi conto che certi disabili quando hanno difficoltà di esprimersi diventano nervosi. Io dico che Alberto è "oppositivo" e "provocatore". Bisogna sapere che, relativamente alla prima infanzia, la vita dei bimbi disabili scorre quasi simile a quella dei "normodotati". Con il crescere, invece, si manifestano ed aumentano le problematiche. Ma non bisogna mai arrendersi. Anche per l'apprendimento - ci possono essere delle regressioni - non ti devi mai arrendere. Oggi Alberto ha 14 anni - è stato lasciato un anno in più all'asilo nido dietro consiglio dell'equipe terapeutica e forse è stato un errore - ed è in seconda media. Con quelli di pari grado si è sentito più accolto nelle scuole medie, mentre nelle scuole elementari da alcuni - pochi - compagni si sentiva sopportato. Alberto è molto affettuoso: bacia ed abbraccia facilmente le persone che gli esprimono vicinanza ed amicizia. Ed è molto sensibile: se ne accorge subito quando gli altri lo vedono diverso. Questa sensibilità si esprime anche in una certa paura delle persone malate, specie di quelle in carrozzella. Alberto io lo chiamo una "carogna", nel senso che con la sua innocenza ed ingenuità ha la capacità di saper scavare dentro le persone. Io le persone, la loro vera interiorità, ho imparato a conoscerle attraverso Alberto.


 

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