PARROCCHIA SS. REDENTORE - MONSERRATO

Il Cammino di Santiago di Compostela (vedi cartina a lato) è il lungo percorso che i pellegrini fin dal Medioevo intraprendono, attraverso la Francia e la Spagna, per giungere al santuario di Santiago di Compostela, presso cui sarebbe la tomba di Giacomo il Maggiore, il fratello di Giovanni apostolo.
Secondo la tradizione, San Giacomo il Maggiore ha evangelizzato la Spagna spingendosi fino in Galizia, nel nord-ovest della penisola iberica. Tornato in Palestina, fu decapitato per ordine di Erode Agrippa nell'anno 44. I suoi discepoli, con una barca, ne trasportarono il corpo nuovamente in Galizia per seppellirlo in un bosco vicino al porto romano di Iria Flavia.

Il "Cammino di Santiago di Compostela"

Nei secoli le persecuzioni e le proibizioni di visitare il luogo fanno sì che della tomba dell'apostolo si perdano memoria e tracce. Nell'anno 813 l'eremita Pelagio vide delle strane luci simili a stelle sul monte Liberon. Il vescovo Teodomiro scoprì in quel luogo una tomba, che conteneva un corpo che aveva la testa mozzata ed una scritta:"Qui giace Giacomo figlio di Zebedeo…". Per questo motivo si pensa che la parola Compostela derivi da Campus Stellae (campo della stella) o da Campos Tellum (terreno di sepoltura). Sul posto venne costruito un tempio: iniziarono così da tutta l'Europa i pellegrinaggi alla tomba dell'apostolo.

                                                                                                                                                         Filippo Vincis

Salvatore racconta il suo "Cammino"

Il 28 aprile 2011, Salvatore e l'amico Lorenzo sono partiti in aereo da Cagliari per Marsiglia. Da lì, in treno, sono arrivati a St. Jean-de-Port ai piedi dei Pirenei. Da St. Jean-de-Port a Roncisvalle, prima tappa lunga 26,3 km, i due amici hanno iniziato il cammino di avvicinamento a Santiago distante 800 km. Ogni giorno hanno percorso a piedi 30 km, riuscendo in 28 giorni ad arrivare alla meta. Durante il cammino si sono rifocillati ed hanno dormito presso alberghi privati, spesso parrocchiali, o comunali, comunque ovunque accolti con calore e simpatia.

Quali ricordi si porta dentro?

La prima tappa è stata la più entusiasmante e la più dura: c'era un dislivello di 1400 metri da superare. Ricordo poi "la benedizione del pellegrino" avvenuta all'inizio del cammino in una bellissima chiesetta: non lo so spiegare neanche io, ma ho pianto per la commozione. Non posso neanche di-
menticare le dolorose vesciche ai piedi, spuntate dopo appena cinque giorni di marcia, e che mi hanno accompagnato fino all'arrivo a Santiago. Rimane vivo in me il desiderio di ripetere questa esperienza perché è stata positiva, mi ha aiutato a recuperare certi valori spirituali trascurati ed a vedere le cose in una luce diversa.
 
                                                                                                                                Michela Atzeni e Filippo Vincis

Quali motivazioni l'hanno spinta a fare il "Cammino"?

Sono stato spinto al pellegrinaggio da un bisogno di ricerca interiore ed anche dall'interesse suscitato in me dalla lettura di un libro su Santiago de Compostela.

Nel Mese di Maggio 2012 una coppia di Monserratini  (Giuliano Serri e Elisabetta Cogoni) hanno iniziato il Cammino di Santiago, percorrendo il primo tratto di 145 Km, da Roncisvalle (piccolo comune di 30 abitanti in Navarra situato all'inizio del percorso per Santiago de Compostela chiamato Camino Francés) a Logroño (comune di 150.000 abitanti capoluogo della comunità autonoma di La Rioja). Nel mese di Settembre un secondo lungo tratto di circa 500 Km da Logroño a Sarria, comune spagnolo di circa 15000 abitanti nella comunità autonoma della Galizia, distante 112 Km da Santiago de Compostela. Essendo il primo centro importante a distare poco più di cento chilometri da quest'ultima città, ed essendo cento i chilometri minimi da compiere nel "  Camino Francès" per ottenere la  "Compostela ", è quindi il punto di partenza più gettonato dai pellegrini  del Cammino di Santiago. Ecco quanto scrive Giuliano:

Fino a una decina di anni fà non conoscevo l'esistenza di questo cammino finchè, come spesso succede, incontro persone che l'hanno fatto e mi raccontano di una esperienza che va vissuta in prima persona per  coglierne le infinite emozioni. C'è  chi affronta questa avventura esclusivamente a scopo religioso, chi per spiritualità interiore, chi per competizione sportiva. ecc., ma tutti accomunati da un qualcosa che ti spinge verso un'unica direzione, verso Santiago di Compostela, affaticati e, a volte, con le vesciche ai piedi, ma tutti attirati verso la meta. Si passa attraverso paesaggi bellissimi, a stretto contatto con la natura, spesso soli con i propri pensieri e il sottofondo del rumore della ghiaia sotto le scarpe: oggi ti trovi in mezzo ad un bosco, domani attraversi la campagna ricca di vigneti, oppure una grande città o paesini di poche case.

Per fare il "Camino"  occorre avere con sè la "Charta  Peregrini", che è un documento che attesta la propria identità e in cui ogni giorno, nella località in cui si arriva, va posto un timbro che dà il diritto a pernottare a prezzi modici negli "albergue". Non ci sono vincoli nel pellegrinaggio: ognuno si ferma dove e quando vuole, si può stare da soli o in compagnia. Chi desidera, nella località di pernottamento, può partecipare alla Santa Messa serale e ricevere la "Benedizione dei pellegrini". Unica avvertenza è il rispetto dell'ora di rientro in albergue, spegnere le luci, fare silenzio per non disturbare il riposo altrui, lasciare la stanza entro le 8 della mattina, in modo da permettere ai volontari "hospitaleros" di procedere con le pulizie. Il "Camino" è segnalato da frecce gialle pitturate di solito agli angoli delle strade, sugli alberi, per terra, ecc. 

Alla partenza del "Camino", nel mio caso a Roncisvalle, bisogna compilare un questionario su cui riportare le proprie generalità e le motivazioni per cui si intraprende il pellegrinaggio (religioso, spirituale, culturale, trekking sportivo, ecc.). Quando si arriva a Santiago occorre presentare la credenziale (Charta peregrini) in cui si attesta l'avvenuto cammino di almeno 100 Km a piedi, e si riceve la "Compostela", una specie di diploma che attesta il cammino effettuato. 

A volte ti trovi a scambiare qualche parola con un compagno di viaggio, sia spagnolo o francese o canadese o australiano o koreano, gente da tutte le parti del mondo che si incontrano lungo il percorso, ci parli qualche minuto, poi lo perdi di vista e magari lo incontri di nuovo qualche giorno dopo, e nonostante la differenza delle lingue si riesce a comunicare e scambiare le proprie emozioni.

PERCORSO SARRIA - SANTIAGO - FINISTERRE

Eccomi di nuovo, dopo circa due anni, a raccontare la nostra (mia e di mia moglie) esperienza sul "Cammino di Santiago di Compostela". È maggio 2014, riprendiamo il cammino per fare gli ultimo 112 Km che ci dividono dalla meta (Santiago). Siamo a Sarria in Galizia, piove a dirotto, freddo e fango ci fanno compagnia per tutta la prima tappa. Arriviamo a Portmarin nel tardo pomeriggio dopo circa 20 Km, siamo distrutti! L'indomani, ore sette, siamo di nuovo pronti a camminare; piove ancora, è una mattinata invernale, nelle case tutti hanno il camino acceso, fa freddo. Dopo circa sei-sette ore arriviamo in un minuscolo Pueblo (Paese), chiamato Ligonde Eirexe, immerso nei boschi, e prendiamo alloggio nel modesto Albergue (Ostello). Di fronte alla stufa ci riscaldiamo e asciughiamo i nostri indumenti. Il giorno dopo è la nebbia che ci accompagna per tutta la mattina, tra prati verdi, mucche, antichissimi granai in pietra simili a Mausolei funebri celtici (Morreos), e fitti boschi dove la luce stenta a infilarsi tra le foglie; nel pomeriggio si arriva a Palas do Rey. Durante il Cammino facciamo una miriade di conoscenze con persone di varie nazionalità, ci si confida come con dei vecchi amici e ci si incoraggia a vicenda nella fatica. Questi ultimi 100 Km, a differenza dei precedenti 700 km meno frequentati, che portano da Sarria a Santiago, danno la possibilità di ricevere, presentando le credenziali con i timbri delle varie località attraversate durante il percorso, la "Compostela", cioè una pergamena, scritta in latino, che attesta l'avvenuto cammino. Ecco perché quest'ultimo tratto è frequentato da tanti, in particolare gruppi di anziani e, in primavera, da intere scolaresche. Eccoci giunti a Melide, graziosa cittadina nota per la ricetta del "Polpo alla Gallega", pescato nel vicino Oceano Atlantico. Tappa seguente Arzua, accogliente paese galiziano; la sera ci rifocilliamo con il solito menù del pellegrino (costo medio di 8 €). Un'altra tappa in mezzo ai boschi di querce ed eucaliptus, con la bandiera dei "quattro mori" appesa allo zaino, che suscita curiosità per la particolarità dello stemma nei compagni di viaggio incontrati lungo il cammino; si discorre e non avvertiamo la fatica. Oggi 28 maggio, dopo il solito "desayuno" (colazione), all'alba ci rimettiamo in marcia con il cielo nuvoloso che promette pioggia; sotto una leggera pioggerellina, costeggiamo l'aeroporto di Labacolla, attraversiamo molti Pueblos e arriviamo a Monte del Gozo, sulla cui sommità ci appare un gigantesco monumento in bronzo raffigurante una coppia di pellegrini che con la mano indicano la direzione verso Santiago. In questo esatto punto i pellegrini, dopo 800 Km di cammino, possono vedere per la prima volta la città di Santiago de Compostela. Mancano meno di 10 Km alla meta! Con un ultimo sforzo, fra tante persone affaticate, con lo zaino in spalla ma con il volto sereno, entriamo in città e, dopo una serie di moderni viali, ci inoltriamo nel centro storico, in strette viuzze piene di storia, e all'improvviso ci appare la Cattedrale. Ci coglie una forte e indescrivibile emozione. Tanti pellegrini con le lacrime agli occhi, stanchi ma felici si abbracciano con i compagni incontrati durante il cammino. Entriamo subito dentro la bellissima cattedrale dove tanti simulacri, posti lungo le pareti, con lo sguardo ci accompagnano verso l'altare in cui, imponente, si trova la statua di San Giacomo apostolo. Come vuole la tradizione, saliamo dietro il simulacro del Santo e ciascun pellegrino l'abbraccia in segno di ringraziamento. Nella cripta sotto l'altare ci inginocchiamo davanti al sarcofago in marmo del Santo, posto dietro una grata, e qui molti pellegrini lasciano foglietti con preghiere e scritte; noi lasciamo la bandiera dei quattro mori, tutta impolverata per il duro cammino. Assistiamo alla Santa Messa in onore dei pellegrini, con lo spettacolo finale del gigantesco "Botafumeiro", il grande turibolo (incensiere) fatto oscillare da personale addetto (i "tiraboleiros"): essi lo issano fino a 22 metri d'altezza nella croce della navata centrale e quindi, con un sistema di corde e carrucole, gli imprimono un moto pendolare, fino a fargli sfiorare il soffitto delle navate. Terminata la celebrazione, ci rechiamo a ritirare la tanto agognata "Compostela". Dopo un'attenta visione di tutti i timbri posti nella credenziale il personale addetto ci chiedono le generalità e le riportano sulla pergamena che ci viene consegnata. Una grande gioia ci invade l'animo. Però qualcosa mancava ancora: prepotente saliva il desiderio di arrivare sino a Finisterre, punta più occidentale della Spagna di fronte all'Oceano, visitata dai pellegrini che compiono il Cammino di Santiago di Compostela e che decidono di prolungare il pellegrinaggio per circa un altro centinaio di chilometri. La tradizione vuole che i pellegrini qui compiano un bagno nell'oceano in segno di purificazione, brucino un indumento indossato durante il cammino stesso e infine raccolgano una delle conchiglie (simbolo che segna il cammino a partire da Roncisvalle) che si trovano su una spiaggia a prova dell'avvenuto pellegrinaggio. La fatica è stata tanta, pertanto con mia moglie troviamo questa soluzione: io proseguo a piedi per altri 90 Km in tre tappe, mentre lei arriverà con il bus a Finisterre tra tre giorni. Il giorno dopo m'incammino di buon mattino, in solitaria attraverso la Galizia, e in tre giorni, dopo aver attraversato i Pueblos di Negreira, Outerio e Corcubion arrivo a Finisterre, impregnata di salsedine con scogliere a picco sul mare. All'arrivo, di pomeriggio, mi viene incontro mia moglie, giunta in mattinata con il bus da Santiago, che ha avuto il tempo di visitare questo paese di pescatori, e mi guida verso l'Ostello, da lei già prenotato. Dopo una doccia rinfrescante e un po' di riposo, ci rechiamo a piedi per 3 Km verso il promontorio di Finisterre, punto più occidentale dell'Europa e ritenuto, nel Medioevo, la fine della terra. Sono le 22,30 del 2 giugno: osserviamo il sole che piano piano tramonta sul mare e tanti, come noi, osservano questo spettacolo della natura in silenzio con i propri pensieri, accovacciati tra gli scogli. Si pensa a ciò che è stato questo cammino e a ciò che ci ha lasciato interiormente: dopo tanto camminare in solitudine ci coglie un senso di serenità e un profondo benessere interiore.

Quì ci si riposa
A 100 Km da Santiago
In cammino
A 50 Km da Santiago
Altro Albergue
Partenza da Sarria
Nido di cicogne
Monte de Gozo

Arrivati a Santiago

Cattedrale di Santiago de Compostela

Tomba del Santo

Butafumeiro (Turibolo incensiere)

A chi legge queste righe auspichiamo possa intraprendere questo meraviglioso cammino di pace, serenità e fratellanza.

CAMMINARE IN SOLITUDINE APRE LA MENTE E IL CUORE!  

Punta di Finisterre

Si bruciano alcuni indumenti

Tramonto a  Finisterre (ore 23.30)

Pergamena della Compostela

Giuliano e Elisabetta

aaaaaaaaaaaaiii