PARROCCHIA SS. REDENTORE - MONSERRATO

La Grande Guerra termina ufficialmente il 4 novembre 1918 in seguito all’armistizio firmato a Villa Giusti, presso Padova, il 3 novembre, da parte del comandante del VI corpo d’Armata austro-ungarico. Già dal 3 novembre, quindi, la nave “Audace”, partita da Venezia con a seguito altre unità della Squadra navale italiana, fa rotta verso Trieste ed attracca al molo S. Carlo.

Lorenzo Putzu (foto sopra nel Museo di Sanluri) nasce a Monserrato il 10/08/1898 e muore nella stessa città il 29/01/1978.
Durante la Grande Guerra viene destinato all’11° battaglione bersaglieri e partecipa a diverse fasi della guerra. Quando il 3 novembre 1918 il cacciatorpediniere “Audace” parte dal porto di Venezia alla volta di Trieste, Lorenzo è tra quei militari che per primi mettono piede nella città ormai italiana e che, come testimoniano le cronache e le immagini del tempo, la gente accoglie come eroi. E il bersagliere Lorenzo Putzu, con un gesto spontaneo e profondamente sentito, sale sul punto più alto della città, la Torre di S. Giusto e vi issa il Tricolore come è documentato da una foto dell’epoca. Questo gesto, con un giorno di anticipo sul Bollettino della Vittoria firmato il 4 novembre 1918 dal generale A. Diaz e contemporaneamente alla firma dell’armistizio di Villa Giusti, consegna Lorenzo alla storia.

Chi lo ha conosciuto lo descrive come un uomo rimasto, per tutta la vita, bersagliere nel cuore, il primo nelle commemorazioni dei caduti e particolarmente legato al sacrario di Redipuglia, in cui si recava spesso. Come tutti i soldati sardi era attaccato alla sua terra, tanto che nel 1965 manda al Presidente della Giunta Regionale della Sardegna, Efisio Corrias, la sua foto in divisa da bersagliere con una dedica scritta nel retro, in cui si definisce “figlio dell’eroica Sardegna”.
Proprio all’eroica Sardegna, il comandante in capo dell’esercito italiano durante la Grande Guerra, S.A.R. (sua altezza reale) il Duca d’Aosta, ha donato, come riconoscimento per il valore dei suoi soldati, la “Bandiera italiana della Vittoria”, la stessa issata a S. Giusto ed oggi conservata al Museo Storico del Castello di Sanluri, perché ogni mille soldati sardi, 139 erano caduti nella Grande Guerra, in numero maggiore rispetto alle altre regioni italiane.
Questo episodio, forse considerato non degno di assurgere alla storia ufficiale, descrive la spontaneità di un ventenne profondamente compreso del ruolo e del momento che si trovava a vivere, che credeva veramente all’Unità della propria Patria e che per essa era pronto a dare la vita.
In questo anno in cui si celebra il 150° dell’Unità d’Italia, ci è sembrato importante rivolgere la nostra attenzione verso episodi come questo che hanno visto i nostri soldati che, nel silenzio, nel sacrificio e nella dedizione totale, hanno permesso l’unità territoriale della Penisola.
Ad essi è dedicato questo nostro lavoro. Un grazie di cuore alla signora Milla Putzu e a sua figlia suor Ines Perra".

                                                                                                                                                           (Luisa Rossi)

3 novembre 1918: Lorenzo Putzu issa a Trieste la bandiera italiana

Il 4 novembre, presso l’Asilo Monumentale ai caduti per la Patria, si è svolta la cerimonia commemorativa dedicata ai caduti di tutte le guerre. La S. Messa, celebrata da don Sergio, è stata seguita dalla deposizione di una corona d’alloro al Monumento ai caduti di via del Redentore. Alla fine della celebrazione, dopo il discorso di saluto del Sindaco, è stata esposta la relazione di un lavoro su Trieste italiana, eseguito dalla classe V A Meccanica dell’Istituto Tecnico Industriale “D. Scano “, coordinata dalla prof.ssa Luisa Rossi.

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