PARROCCHIA SS. REDENTORE - MONSERRATO

Etimologia di vocaboli incontrati nella lettura delle Sacre Scritture


Accolito: deriva da un verbo greco che significa "seguire" o anche "servire". L'accolitato quindi è il ministero affidato a coloro che, nella Chiesa, sono chiamati a seguire i pastori, cioè a collaborare strettamente con loro nella specifica missione ad essi affidata e a offrire ai fratelli un servizio ispirato ad una sincera carità, soprattutto nel momento in cui questa carità si manifesta e si celebra, cioè durante la celebrazione eucaristica.                (....torna su)

Àgape: significa amore fraterno, disinteressato. È stato usato in ambito ebraico e poi da altri autori medievali, soprattutto neoplatonici, per esprimere l'amore verso un coniuge, la famiglia, o una particolare attività, a differenza della philia, sentimento di amicizia di carattere generalmente non sessuale. Non è quindi solo un sentimento, ma anche una virtù, uno stato spirituale, un dono di Dio, una grazia. Viene tradotta con carità. L'agape per i cristiani delle origini era il banchetto comunitario, la comunione, e più in generale il legame attuato nel riunirsi in una comunità umana unita dall' amore fraterno. Indica amore spirituale, come superamento dell’eros che è l'amore di attrazione tra uomo e donna                (....torna su)

Anacoluto: è la figura retorica in cui non è rispettata volutamente la coesione tra le varie parti della frase. È quindi una rottura della regolarità sintattica della frase.  (....torna su)

Apocrifo: indica "ciò che è tenuto nascosto", "ciò che è tenuto lontano (dall'uso)". In origine il termine "apocrifo" è stato coniato dalle comunità che si servivano di tali testi, poiché erano libri che venivano esclusi dalla pubblica lettura liturgica, in opposizione a quelli comuni, pubblici e manifesti, in quanto ritenuti portatori di tradizioni errate e contrastanti quelle corrette e quindi accettate poi nell'uso liturgico. Oggi, nell'uso corrente, la parola è riferita comunemente alla tradizione giudeo-cristiana, all'interno della quale è stata coniata. In essa il termine "apocrifo" assume il significato di testo non incluso nell'elenco dei libri sacri della Bibbia ritenuti ispirati e pertanto non usato a livello dottrinale e liturgico.      (....torna su)

Apologetica: è la disciplina teologica propria di una certa religione che si propone di dimostrare la verità della propria dottrina, in difesa da tesi avverse. L'apologetica si è sviluppata massimamente nel Cristianesimo, tanto che il termine «apologetica», se privo di altre determinazioni, va quasi sempre inteso come «apologetica cristiana». Nel Cristianesimo, è detta apologetica quella parte della teologia che ha lo scopo di affermare la razionalità e la credibilità della fede. Perché l'azione dell'apologetica sia efficace, essa deve sottostare a criteri di rigore assoluto: ogni ricerca deve quindi essere verificata e documentata, poiché un'apologia entusiasta ma priva di solide basi produrrebbe l'effetto opposto di quello cercato, cioè il discredito delle teorie presentate.          (....torna su)

Apostasia: definisce l'abbandono formale e volontario della propria religione. In questo senso è irrilevante se a seguito di tale abbandono vi sia l'adesione a un'altra religione (conversione) oppure la scelta areligiosa o atea. In senso stretto, il termine è riferito alla rinuncia e alla critica della propria precedente religione. Molte religioni considerano l'apostasia un vizio, una degenerazione della virtù della pietà nel senso che quando viene a mancare la pietà, l'apostasia ne è la conseguenza; spesso l'apostata viene fatto bersaglio di condanne spirituali (ad esempio la scomunica) o materiali ed è rifuggito dai membri del suo precedente gruppo religioso      . (....torna su)

Apostolo: ("inviato"), si intende in senso proprio uno dei 12 discepoli che Gesù volle prendere più strettamente con sé perché stessero con lui e annunciassero a tutti la Buona Novella del Regno.
Gli Atti degli Apostoli (1, 13) parla di undici apostoli. Manca
, rispetto al Vangelo di Luca, Giuda Iscariota che è morto dopo aver tradito Gesù; dopo l'Ascensione di Gesù un dodicesimo apostolo, Mattia, viene integrato per sorteggio. Riportiamo l'elenco nello stesso ordine descritto negli Atti:
Pietro (sepolto a Roma nella basilica di San Pietro), Giovanni (sepolto ad Efeso), Giacomo (sepolto a Santiago de Compostela), Andrea (sepolto in parte a Patrasso, reliquie ad Amalfi e a Pienza), Filippo (sepolto a Roma insieme a Giacomo di Alfeo nella basilica dei XII Apostoli), Tommaso (sepolto a Ortona), Bartolomeo (sepolto a Benevento, Chiesa di San Bartolomeo), Matteo (sepolto a Salerno, nella cattedrale), Giacomo di Alfeo (sepolto a Roma insieme a Filippo nella basilica dei XII Apostoli), Simone lo Zelota (sepolto a Roma insieme a Giuda Taddeo nella basilica di San Pietro), Giuda di Giacomo detto Giuda Taddeo (sepolto a Roma insieme a Simone lo Zelota nella basilica di San Pietro), Mattia, (sepolto a Padova, nella basilica di Santa Giustina, vicino all'evangelista Luca). A questi dodici, tradizionalmente si aggiunge Paolo di Tarso e anche Barnaba.        (....torna su)

Calvario: (dal latino Calvaria che significa "luogo del cranio") è il nome della collinetta appena fuori Gerusalemme su cui, secondo la narrazione dei vangeli, salì Gesù per esservi crocifisso . Il luogo è anche detto Golgota (dall'aramaico Gûlgaltâ con il medesimo significato di "luogo del cranio"). La collina era usata come luogo di esecuzione della pena della crocifissione , molto in uso presso i Romani. Si suppone che il suo nome derivi da questo, oppure dalla sua forma tondeggiante come la calotta di un cranio. Si nomina il Golgota nel Vangelo secondo Matteo ("Giunti a un luogo detto Gòlgota, che significa luogo del cranio"), nel Vangelo secondo Marco ("Condussero dunque Gesù  al luogo del Gòlgota, che significa luogo del cranio"), nel Vangelo secondo Luca ("Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra") e nel Vangelo secondo Giovanni ("Essi allora presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo del Cranio, detto in ebraico Gòlgota").        (....torna su)

Cristologia: è quella parte della teologia cristiana che studia e definisce chi e che cosa Gesù è, con particolare attenzione alla sua natura umana e divina. Esistono due fondamentali cristologie, una cosiddetta dall'alto cioè che si sviluppa a partire dalla natura divina di Gesù come Figlio di Dio, e una dal basso che si sviluppa a partire dalla natura umana di Gesù così come si è manifestata nella sua vita terrena. Alcuni aspetti molto dibattuti nel corso della storia del cristianesimo sono stati:
- la natura di Gesù, se umana, divina, o entrambe le cose;
- in che modo la natura divina di Gesù si relaziona con quella di Dio Padre;
- il ruolo di Gesù Cristo nella redenzione del genere umano.
La cristologia cattolica riconosce in Gesù tanto la natura umana quanto quella divina, unite ma non confuse fra di loro, così come definito dogmaticamente nel simbolo niceno-costantinopolitano e frutto dell'elaborazione dei primi Concili Ecumenici, in particolare il Concilio di Calcedonia.      (....torna su)

Diaspora: descrive la migrazione di un intero popolo costretto ad abbandonare la propria terra natale per disperdersi in diverse parti del mondo. Spesso confuso con il termine migrazione, la diaspora è in realtà un movimento forzato di un gruppo omogeneo religioso e/o etnico che si è assicurato la sua sopravvivenza, seppur gruppo minoritario, in una terra che non è la propria, si è adattato ed ha radicato la propria cultura. Spesso viene riferito alla storia ebraica e alla fuga cui furono costretti gli ebrei la prima volta nel 607 a.C. quando Israele fu conquistata dai Babilonesi, e poi a partire dal 135 d.C. a causa della persecuzione cominciata sotto l'imperatore Adriano (dopo che Tito nel 70 d.C. aveva distrutto il tempio di Gerusalemme).       (....torna su)

Dossologia: dal greco Doxa, che significa Gloria. Nella liturgia cristiana si intende di solito un'esclamazione rituale, una formula, un breve inno, che loda, esalta e glorifica Dio. Da questo momento dobbiamo distinguere due tipi di dossologia, una maggiore (doxologia maior) e una minore (doxologia minor). Nell'uso della chiesa latina la dossologia maggiore è il Gloria in excelsis Deo della messa. La forma più breve, che è quella a cui ci si riferisce in genere con il nome di “dossologia”, è il Gloria Patri. Essa è completata da una risposta che produce come effetto l’idea che questa gloria durerà per sempre.       (....torna su)

Epistola: è uno scritto diretto ad una persona o ad un gruppo di persone, equivalente a composizione che tratta problemi d’interesse comune. Le lettere nel Nuovo Testamento scritte dagli apostoli ai cristiani sono normalmente dette epistole. Quelle di Paolo di Tarso sono dette Lettere di San Paolo e le altre semplicemente epistole.      (....torna su)

Escatologia: è una dottrina filosofica e teologica concernente la vita individuale dopo la morte e la condizione finale del mondo; letteralmente significa “discorso sulle cose ultime”. Insieme di concezioni sul fine ultimo dell'umanità e dell'universo. Interrogarsi che cosa c’è dopo la morte è un problema che riguarda tutte le religioni.      (....torna su)

Esegeta: chi si dedica all'interpretazione di testi; commentatore, critico, interprete.     (....torna su)

Farisei: La corrente dei farisei costituisce, probabilmente, il gruppo religioso più significativo all'interno del giudaismo, nel periodo che va dalla fine del II° secolo a.C. all'anno 70 d.C. ed oltre. Le testimonianze più note sui farisei sono costituite dal Nuovo Testamento e dalle opere dello storico Giuseppe Flavio. I sadducei si reclutavano sociologicamente in un'aristocrazia di nascita e di denaro, i farisei corrispondono ad una nuova aristocrazia fondata sulla cultura, ossia sulla conoscenza della Scrittura. Con essi si viene a creare nella società ebraica una classe di intellettuali e di persone colte, in opposizione alla vecchia aristocrazia, chiusa e tradizionalista. L'ambiente fariseo era frequentato dagli scribi, vale a dire quanti insegnavano la Legge; ma gli scribi non erano necessariamente farisei.        (....torna su)

Geenna: (o Gehenna o Gaènna) è una valle scavata dal fiume Hinnom a sud del monte Sion. Il nome deriva dall'ebraico "g ē-hinnom che significa, appunto, "valle dell'Hinnom". Sion è un rilievo montuoso sul quale è stata fondata la città di Gerusalemme. Attualmente la valle della Geenna è tutta edificata ed è un quartiere di Gerusalemme tra i più poveri, mentre l'Hinnom è un torrentello a carattere non permanente. La valle di Hinnom veniva usata come luogo di scarico in cui si bruciavano i rifiuti, ma venivano fatti bruciare anche sacrifici umani quando si adorava il dio pagano Molec, e venivano buttati e bruciati anche corpi di animali morti e cadaveri di criminali giustiziati. Poichè ai criminali morti che vi erano gettati si negava una degna sepoltura in una tomba commemorativa, simbolo della speranza di una risurrezione, la Geenna fu usata da Gesù e dai suoi discepoli per simboleggiare la distruzione eterna, l'annientamento dall'universo di Dio, cioè la "seconda morte", una punizione eterna. Perciò, gettare il cadavere di qualcuno nella Geenna era considerata la peggiore specie di punizione. Nella dottrina cattolica la Geenna è passata a rappresentare l'inferno, un luogo profondo, dove regnano sostanze impure, lupgo di punizione eterna, dove il fuoco brucia i peccatori.          (....torna su)

Gentili: termine italiano col quale si traduce la parola ebraica goym o gojim e indica chi non è ebreo. Il reale significato è quello di popolo, etnia. La letteratura rabbinica considera le nazioni non giudee settanta, ciascuna con la propria lingua.   (....torna su)
    
Gnosi: dal greco gnosis ("conoscenza"). La gnosi è la conoscenza pervenuta al sapiente per vie divine o sapienziali. Lo gnostico era in epoca antica il sapiente, colui il quale possedeva la conoscenza per averla ricevuta direttamente da una rivelazione degli dei. Nel II° secolo d.C. lo gnosticismo fu la corrente religiosa che predicava la possibilità di attingere ai motivi più profondi del Cristianesimo attraverso l'atteggiamento razionale. In epoca moderna la gnoseologia designa la scienza che studia i problemi relativi alla conoscenza e ai metodi per raggiungerla al meglio.     (....torna su)

Gòlgota: vedi Calvario

Iesse: ( scritto anche Jesse), è il padre del re Davide. Davide è talvolta semplicemente chiamato figlio di Jesse. Riveste una notevole importanza perchè il suo nome compare nella genealogia di Gesù. In particolare si parla del Germoglio di Iesse per indicare la discendenza di questo personaggio, discendenza che arriva fino a Gesù.        (....torna su)

Mammona: viene usato nel Nuovo Testamento per personificare il profitto, il guadagno e la ricchezza materiale, generalmente con connotazioni negative, e cioè accumulato in maniera rapida e disonesta ed altrettanto sprecato in lussi e piaceri. Il termine greco " mamonas" lo si ritrova in Matteo (6,24) e in Luca (16,13).        (....torna su)

Lettera: (dal latino littera –ae) è una comunicazione scritta fatta pervenire ad una o più persone interessate nel contesto di un rapporto pubblico o privato e personale.     (....torna su)

Neofita: deriva dal latino ecclesiastico neòphytus, (composto da néos, "nuovo", e phytòs, "nato"), con il significato quindi di "nuovo nato". Con questa parola, infatti, i cristiani dei primi secoli indicavano chi aveva ricevuto da poco il battesimo ed era perciò nato a una nuova vita spirituale. Con tale significato il vocabolo è ampiamente testimoniato nelle antiche iscrizioni sia greche sia latine e si distingue nettamente dall'espressione "catecumeno", riservata invece a colui che, non ancora battezzato, veniva istruito per poter ricevere il primo sacramento cristiano. Uscendo dall'ambito ecclesiastico, la parola ha assunto anche una valenza più generica per cui può servire a indicare una persona che aderisce per la prima volta a un'ideologia, a un movimento politico o ad una fede religiosa, oppure che inizia un'attività nuova.     (....torna su)

Omelia: dal greco homilein, significa una libera conversazione o un colloquio familiare (omilia). Nella Chiesa primitiva la predicazione omiletica si svolgeva nelle assemblee liturgiche o di culto e si connotava come vera conversazione fraterna. Si prendeva a spunto un testo delle Lettere degli stessi Apostoli che, dopo la proclamazione in assemblea, veniva commentato, esplicitato e proposto come concreta applicazione e come regola di vita. Con l'espandersi della comunità cristiana, l'omelia e in genere la predicazione fu il principale canale di trasmissione e comunicazione del messaggio evangelico. Oggi la intendiamo come la spiegazione e il commento delle Sacre Scritture durante la messa, ha come sinonimo predica.        (....torna su)

L'etimologia è la scienza che studia l'origine e il significato delle parole. Viene dal greco étymos, "vero, genuino " e da lógos, "discorso".

Pantocratore: la parola Pantocràtor letteralmente significa: "Colui che contiene tutte le cose" o anche "Dominatore su tutto". L'immagine, rappresentata a mezzo busto, vuole riproporre in qualche modo l'umile storia dell'uomo di Nazareth e la sua regalità. Soprattutto questo indissolubile mistero di Dio che si fa uomo lo si può leggere nelle dita della mano destra che benedice. Infatti la posizione delle dita ha un doppio significato: le tre dita unite simboleggiano la Santissima Trinità, mentre le altre due stanno ad indicare le due nature di Cristo, perché formano il monogramma greco di Cristo (Jesous Christos). Anche lo sguardo apparentemente severo del Volto mette in risalto che il Verbo incarnato è l'immagine del Padre. Il Libro della Vita tenuto dalla mano sinistra del Pantocràtor, in opposizione al rotolo sigillato, sta ad affermare che la Rivelazione di Dio Padre è avvenuta in Cristo suo Figlio. La tunica rossa indica la sua regalità (divinità), mentre il mantello blu la sua umanità. Il volto dipinto frontalmente come tutti i volti delle icone, che non sono mai raffigurati di profilo, sta a significare che la Parola di Dio (che è Cristo stesso) deve essere accolta "faccia a faccia con tutti i nostri sensi: gli orecchi, sempre visibili, ascoltano la Parola di Dio; il naso ne sente il profumo; la bocca parla lodandola, le mani indicano anche la bellezza, bontà e verità e gli occhi contemplano il suo mistero.         (....torna su)

Parabola: breve racconto che desume dalla natura o dalla vita un insegnamento religioso o morale; narrazioni di questo tipo sono caratteristiche della predicazione di Gesù. La Parabola è un racconto frutto di invenzione, ma verosimile, che tende a chiarire un argomento difficile, accostandolo a un argomento di facile comprensione, desunto dalla natura o dalla vita reale. Gli ascoltatori, appartenenti per lo più al popolo semplice e spesso analfabeta, venivano sollecitati a comprendere con facilita il messaggio sconvolgente di Gesù. (....torna su)

Paraclito: nel Nuovo Testamento lo Spirito Santo è detto il "Paràclito". Questa parola deriva dal greco paracletos, un termine del linguaggio giuridico che significava letteralmente "chiamato appresso", cui l'equivalente latino è l'ad-vocatus, cioè "avvocato", inteso come "difensore" o "soccorritore", per estensione "consolatore". Il contesto in cui si usa questo termine nei testi profani è quello del processo, ed indica "colui che sta al lato dell'accusato" per difenderlo. Gesù, nel suo discorso di addio riportato nel Vangelo di Giovanni promette ai suoi discepoli di non lasciarli soli, ma di mandargli un consolatore. In Gv 14,16 lo Spirito è chiamato "altro paraclito", a significare che il primo paraclito è lo stesso Gesù. Lo Spirito Santo fu donato alla Chiesa e agli Apostoli con la resurrezione di Cristo e in modo visibile durante la Pentecoste. Esso si riceve, dalle mani di un Vescovo (successore degli Apostoli), durante il sacramento della Cresima.        (....torna su)

Parenesi: significa “esortazione, ammonimento”, (agg. Parenetico: Esortativo, ammonitorio.)       (....torna su)

Parusia: dal greco parousía, che significa "presenza". Nella teologia cristiana, indica il ritorno sulla terra di Gesù alla fine dei tempi. La Parusia ricorreva di frequente nella predicazione apostolica. Paolo di Tarso, infatti, nella Prima lettera ai Corinzi sperava di essere ancora vivo all'epoca della Parusia, tant'è che conclude questa lettera con l'espressione maràna tha, Vieni o Signore (I Cor 16,22). Quante sono le Parusie previste dal Piano divino di Salvezza? Esso prevede che Gesù vinca la morte a tre riprese, con tre interventi personali (detti Parusie).
- prima Parusia: È la prima vittoria di Gesù sulla morte. Cristo-Redentore muore crocifisso e risorge glorioso dopo tre giorni. È il “concepimento” del Regno messianico.
- seconda Parusia: È la seconda vittoria di Gesù sulla morte. Cristo-Re instaura sulla Terra il suo Regno messianico. È la “nascita” di detto Regno.
- terza Parusia: È la terza vittoria di Gesù sulla morte. Cristo-Giudice decide la fine del suo Regno messianico, e presiede al Giudizio universale.          (....torna su)

Pubblicano: nell'antica Roma, era l'appaltatore di tributi in genere per i terreni pubblici. In altre parole era un dipendente del governo d'occupazione romano. Il termine "pubblicano" deriva dal latino publicanus, dalla radice publicum che significa: tesoro pubblico,imposte. La loro cattiva fama era spesso peggiorata dal fatto che alcuni erano soliti ad abusi e sfrenatezze. Spesso, inoltre, i pubblicani traevano arbitrariamente vantaggio dall'indeterminatezza con cui venivano stabilite le tasse. I pubblicani sono citati sovente nel Nuovo Testamento ed in particolare nei Vangeli . Erano molto disprezzati perchè alleati con il dominatore romano ed erano considerati peccatori pubblici:
- l'apostolo Matteo era un esattore delle tasse e quindi un pubblicano;
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Zaccheo era un pubblicano di Gerico incontrato e convertito da Gesù.      (....torna su)  

Re Magi: I tre misteriosi personaggi sono menzionati solo nel Vangelo di Matteo che parla dei Magi che dall'Oriente arrivarono a Gerusalemme durante il regno di Erode alla ricerca del neonato Re dei Giudei. Dal Vangelo di Matteo abbiamo solo riferimenti ai tre doni, l'oro, l'incenso e la mirra; il numero tre ha una forte valenza simbolica, per alcuni indicherebbe le tre razze umane, discendenti dai tre figli di Noè, Sem, Cam e Iafet. La religione cristiana attribuisce ai magi i nomi di Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, ma non tutte le fonti sono concordi. I doni dei Magi hanno un significato: fanno riferimento alla duplice natura di Gesù, quella umana e quella divina: l'oro perchè è il dono riservato ai Re e Gesù è il Re dei Re, l'incenso, come testimonianza di adorazione alla sua divinità, perchè Gesù è Dio, la mirra, usata nel culto dei morti, perchè Gesù è uomo e come uomo, mortale.        (....torna su)

Sadducei: costituirono un'importante corrente spirituale del tardo giudaismo (fine del periodo del secondo Tempio), e anche una distinta fazione politica verso il 130 a.C. sotto la dinastia asmonea. Rappresentata eminentemente dall'aristocrazia delle antiche famiglie, nell'ambito delle quali venivano reclutati i sacerdoti dei ranghi più alti, nonché, in particolare, il Sommo sacerdote, la corrente dei sadducei, si richiamava, nel proprio nome, all'antico e leggendario Sadoc (anche Sadoq o Zadoq), sommo sacerdote al tempo di Salomone. Cercavano di vivere un giudaismo illuminato, e quindi di trovare un compromesso anche con il potere romano. Sul piano dottrinale, si ritiene, in base alle scarse informazioni pervenuteci, che i sadducei, a differenza dei farisei considerassero vincolante solamente la cosiddetta Legge scritta, ossia quanto tramandato nei libri della bibbia ebraica, o Torah. Al contrario, i farisei sostenevano che avesse pari, se non anche superiore importanza, la Legge orale, ossia la tradizione interpretativa della Torah, trasmessa in maniera verbale, di generazione in generazione. Al contrario dei farisei, i sadducei non credevano alla resurrezione dei morti, ossia alla perpetuazione dell'individuo dopo la morte, in corpo e spirito.           (....torna su)

Sceol: (o Sheol ), è il termine usato nell'Antico Testamento p er indicare il regno dei morti. Nella versione greca del Vecchio Testamento il vocabolo viene tradotto con Ade. Nel Nuovo Testamento il vocabolo viene ripreso con analogo significato. Alcuni affermano che Sheol significhi semplicemente "fossa"; è la tomba comune dell'umanità, dove i morti risiedono inconsci a riposare in attesa della resurrezione.     (....torna su)

Scribi: esperti di scrittura, tra i quali figuravano non pochi sacerdoti colti. Gli scribi erano specializzati nella trascrizione dei testi sacri, sempre in lingua ebraica, ed erano quindi dotti conoscitori di regole e dottrine culturali ed etiche. Già nel VI secolo a.C., Geremia li segnalava come diretti concorrenti dei sacerdoti. Lo scriba era colui che, nei primi tempi della sua affermazione come soggetto culturale, aveva innanzitutto il compito di custodire la Legge di Dio racchiusa nelle Scritture, che a partire dall'esilio ebbe anche l'incarico di leggere, tradurre e interpretare al popolo in quanto "uomo del libro". La sua posizione si andò così consolidando, divenendo una professione ambita e stimata rispetto ai lavori manuali.         (....torna su)

Sequela: dal latino sequela, successione, seguito, derivato a sua volta da sequi, seguire. il succedersi di più cose una appresso all'altra, specialmente se spiacevoli, avverse o negative        (....torna su)

Sinedrio: Il Sinedrio di Gerusalemme era l'organo (formato tradizionalmente da 71 membri) preposto all'emanazione delle leggi ed alla gestione della giustizia. Le opinioni venivano discusse prima delle votazioni ma le opinioni in minoranza non venivano scartate e non erano proibite: semplicemente l'opinione di maggioranza diventava vincolante. La tradizione biblica vuole che il Sinedrio sia stato fondato da Mosè. Il Sinedrio che conosciamo nacque in età ellenistica, e fu fondamentale per lo sviluppo della storia ebraica di questo periodo. Anche i Vangeli parlano del Sinedrio, perché lì fu condannato Gesù dai sacerdoti, che lo vedevano come un semplice malfattore. Il Sinedrio scomparirà definitivamente con la diaspora del 70 d.C. I compiti del Sinedrio erano quelli di far rispettare la Legge della Torah in ogni suo atto. In epoca romana il Sinedrio poteva giudicare qualunque sentenza, a eccezione della pena capitale. Il Sinedrio non formulava leggi, ma le faceva rispettare solamente.        (....torna su)

Sinottico: esposto in modo sintetico e schematico tale da consentire una rapida e completa visione d'insieme. I Vangeli, quelli di Matteo, Marco e Luca, presentano parallelismi di narrazione e vengono stampati a volte su tre colonne parallele.    (....torna su)

Soteriologia: indica quella branca della scienza teologica che indaga la storia della salvezza che ha culmine nell'evento della morte e resurrezione di Gesù Cristo. È lo studio della salvezza nel senso di liberazione da uno stato o una condizione non desiderata. Nella teologia cristiana la soteriologia ha assunto il significato di riflessione sul valore della redenzione operata da Cristo attraverso il suo sacrificio, liberando l'umanità dal peccato originale.        (....torna su)

Taumaturgo: colui che ha il potere di operare miracoli. La taumaturgia è un ramo della religione che si occupa dei prodigi e dei miracoli.        (....torna su)

Teofania: dal greco theophàneia, composto da theos ("dio") e da phàinein("manifestarsi"). Letteralmente, manifestazione di Dio nella Creazione. La teofania è quel processo attraverso il quale si riscontra la presenza di Dio nelle Sue opere, ovvero nel mondo da Lui creato. Altro termine usato in maniera analoga è epifania, che significa manifestazione della divinità, un concetto tipico di molte religioni. In senso filosofico la teofania è la manifestazione della divinità attraverso le sue opere. In senso religioso si distinguono:
- le teofanie dirette, che sono vere e proprie apparizioni della divinità. Nel Cristianesimo la teofania diretta viene detta anche Epifania e ha la sua massima rappresentazione nella nascita di Gesù Cristo, il cui battesimo fu la Teofania della Trinità;
- le teofanie indirette, che nelle scritture bibliche consistono in apparizioni di angeli o fenomeni straordinari quali nubi, voci provenienti dal cielo, colonne di fuoco.       (....torna su)

Yahweh (anche Yahveh) è il dio del popolo ebraico. Questo dio originariamente venne descritto dalla Bibbia come un dio potente e creatore (Genesi), ma anche legato da un patto agli uomini: severo nel punire le colpe, attento verso i penitenti. La sequenza delle quattro consonanti YHWH, altrimenti impronunciabile, compongono il nome proprio del Dio descritto nell'Antico Testamento. In passato era largamente attestata la scritta JHWH, con inversione delle consonanti (perchè l'ebraico si scrive da destra a sinistra). In epoca contemporanea invece, la scritta più diffusa è YHWH. Alla parola YHWH, formata dalle sole consonanti si aggiunsero le stesse vocali di Adonai, per ricordare al lettore di pronunciare al suo posto la parola Adonai, che significa "Mio Signore".        (....torna su)

Vangelo: deriva dalla parola greca eu anghélion, che arriva all'italiano attraverso il latino evangelium e significa letteralmente "lieto annunzio", "buona notizia". I Vangeli sono libri che raccontano la vita e la predicazione di Gesù di Nazareth. Nell'arco di alcuni secoli furono composti numerosi testi designati come "vangeli", sebbene di genere letterario diverso. Alcuni di essi sono stati in parte riscoperti grazie ai ritrovamenti archeologici. I quattro vangeli più antichi che narrano la vita, morte e resurrezione di Gesù Cristo (Vangelo secondo Matteo, Vangelo secondo Marco, Vangelo secondo Luca e Vangelo secondo Giovanni) sono considerati canonici; gli altri sono detti vangeli apocrifi.        (....torna su)

Zeloti: Gruppo politico-religioso giudaico apparso all'inizio del I° secolo, gli zeloti erano partigiani accaniti dell'indipendenza politica del regno ebraico, nonché difensori dell'ortodossia e dell'integralismo ebraici. Considerati dai romani alla stregua di terroristi, si ribellavano con le armi alla presenza romana in Palestina. La caduta di Gerusalemme tuttavia non segnò la sconfitta dello zelotismo; gli ultimi zeloti infatti, si rifugiarono, in un estremo tentativo di resistenza, nella fortezza di Masada, a sud del deserto di Giuda, vicino al Mar Morto. Quando si videro perduti, tutti i 960 zeloti si diedero la morte.        (....torna su)  


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