PARROCCHIA SS. REDENTORE - MONSERRATO Etimologia di vocaboli incontrati nella lettura delle Sacre Scritture
Apostolo: ("inviato"), si intende in senso proprio
uno dei 12 discepoli che Gesù volle prendere più strettamente con sé perché stessero con lui e annunciassero a tutti la Buona Novella del Regno.
Calvario: (dal latino Cristologia: è quella parte della teologia cristiana che studia e definisce chi e che cosa Gesù è, con particolare attenzione alla sua natura umana e divina. Esistono due fondamentali cristologie, una cosiddetta dall'alto cioè che si sviluppa a partire dalla natura divina di Gesù come Figlio di Dio, e una dal basso che si sviluppa a partire dalla natura umana di Gesù così come si è manifestata nella sua vita terrena. Alcuni aspetti molto dibattuti nel corso della storia del cristianesimo sono stati: - la natura di Gesù, se umana, divina, o entrambe le cose; - in che modo la natura divina di Gesù si relaziona con quella di Dio Padre; - il ruolo di Gesù Cristo nella redenzione del genere umano. La cristologia cattolica riconosce in Gesù tanto la natura umana quanto quella divina, unite ma non confuse fra di loro, così come definito dogmaticamente nel simbolo niceno-costantinopolitano e frutto dell'elaborazione dei primi Concili Ecumenici, in particolare il Concilio di Calcedonia. (....torna su) Diaspora: descrive la migrazione di un intero popolo costretto ad abbandonare la propria terra natale per disperdersi in diverse parti del mondo. Spesso confuso con il termine migrazione, la diaspora è in realtà un movimento forzato di un gruppo omogeneo religioso e/o etnico che si è assicurato la sua sopravvivenza, seppur gruppo minoritario, in una terra che non è la propria, si è adattato ed ha radicato la propria cultura. Spesso viene riferito alla storia ebraica e alla fuga cui furono costretti gli ebrei la prima volta nel 607 a.C. quando Israele fu conquistata dai Babilonesi, e poi a partire dal 135 d.C. a causa della persecuzione cominciata sotto l'imperatore Adriano (dopo che Tito nel 70 d.C. aveva distrutto il tempio di Gerusalemme). (....torna su) Dossologia: dal greco Doxa, che significa Gloria. Nella liturgia cristiana si intende di solito un'esclamazione rituale, una formula, un breve inno, che loda, esalta e glorifica Dio. Da questo momento dobbiamo distinguere due tipi di dossologia, una maggiore (doxologia maior) e una minore (doxologia minor). Nell'uso della chiesa latina la dossologia maggiore è il Gloria in excelsis Deo della messa. La forma più breve, che è quella a cui ci si riferisce in genere con il nome di “dossologia”, è il Gloria Patri. Essa è completata da una risposta che produce come effetto l’idea che questa gloria durerà per sempre. (....torna su) Epistola: è uno scritto diretto ad una persona o ad un gruppo di persone, equivalente a composizione che tratta problemi d’interesse comune. Le lettere nel Nuovo Testamento scritte dagli apostoli ai cristiani sono normalmente dette epistole. Quelle di Paolo di Tarso sono dette Lettere di San Paolo e le altre semplicemente epistole. (....torna su) Escatologia: è una dottrina filosofica e teologica concernente la vita individuale dopo la morte e la condizione finale del mondo; letteralmente significa “discorso sulle cose ultime”. Insieme di concezioni sul fine ultimo dell'umanità e dell'universo. Interrogarsi che cosa c’è dopo la morte è un problema che riguarda tutte le religioni. (....torna su) Esegeta: chi si dedica all'interpretazione di testi; commentatore, critico, interprete. (....torna su) Farisei: La corrente dei farisei costituisce, probabilmente, il gruppo religioso più significativo all'interno del giudaismo, nel periodo che va dalla fine del II° secolo a.C. all'anno 70 d.C. ed oltre. Le testimonianze più note sui farisei sono costituite dal Nuovo Testamento e dalle opere dello storico Giuseppe Flavio. I sadducei si reclutavano sociologicamente in un'aristocrazia di nascita e di denaro, i farisei corrispondono ad una nuova aristocrazia fondata sulla cultura, ossia sulla conoscenza della Scrittura. Con essi si viene a creare nella società ebraica una classe di intellettuali e di persone colte, in opposizione alla vecchia aristocrazia, chiusa e tradizionalista. L'ambiente fariseo era frequentato dagli scribi, vale a dire quanti insegnavano la Legge; ma gli scribi non erano necessariamente farisei. (....torna su) Geenna: (o Gehenna o Gaènna) è una valle scavata dal fiume Hinnom a sud del monte Sion. Il nome deriva dall'ebraico "g ē-hinnom che significa, appunto, "valle dell'Hinnom". Sion è un rilievo montuoso sul quale è stata fondata la città di Gerusalemme. Attualmente la valle della Geenna è tutta edificata ed è un quartiere di Gerusalemme tra i più poveri, mentre l'Hinnom è un torrentello a carattere non permanente. La valle di Hinnom veniva usata come luogo di scarico in cui si bruciavano i rifiuti, ma venivano fatti bruciare anche sacrifici umani quando si adorava il dio pagano Molec, e venivano buttati e bruciati anche corpi di animali morti e cadaveri di criminali giustiziati. Poichè ai criminali morti che vi erano gettati si negava una degna sepoltura in una tomba commemorativa, simbolo della speranza di una risurrezione, la Geenna fu usata da Gesù e dai suoi discepoli per simboleggiare la distruzione eterna, l'annientamento dall'universo di Dio, cioè la "seconda morte", una punizione eterna. Perciò, gettare il cadavere di qualcuno nella Geenna era considerata la peggiore specie di punizione. Nella dottrina cattolica la Geenna è passata a rappresentare l'inferno, un luogo profondo, dove regnano sostanze impure, lupgo di punizione eterna, dove il fuoco brucia i peccatori. (....torna su)
Gentili: termine italiano col quale si traduce la parola ebraica goym o gojim e indica chi non è ebreo. Il reale significato è quello di popolo, etnia. La letteratura rabbinica considera le nazioni non giudee settanta, ciascuna con la propria lingua.
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Gòlgota: vedi Calvario
Mammona: viene usato nel Nuovo Testamento per personificare il profitto, il guadagno e la ricchezza materiale, generalmente con connotazioni negative, e cioè accumulato in maniera rapida e disonesta ed altrettanto sprecato in lussi e piaceri. Il termine
greco
"
mamonas"
lo si ritrova in Matteo
Lettera: (dal latino littera –ae) è una comunicazione scritta fatta pervenire ad una o più persone interessate nel contesto di un rapporto pubblico o privato e personale.
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L'etimologia è la scienza che studia l'origine e il significato delle parole. Viene dal greco étymos, "vero, genuino " e da lógos, "discorso".
Pantocratore: la parola Pantocràtor letteralmente significa: "Colui che contiene tutte le cose" o anche "Dominatore su tutto". L'immagine, rappresentata a mezzo busto, vuole riproporre in qualche modo l'umile storia dell'uomo di Nazareth e la sua regalità. Soprattutto questo indissolubile mistero di Dio che si fa uomo lo si può leggere nelle dita della mano destra che benedice. Infatti la posizione delle dita ha un doppio significato: le tre dita unite simboleggiano la Santissima Trinità, mentre le altre due stanno ad indicare le due nature di Cristo, perché formano il monogramma greco di Cristo (Jesous Christos). Anche lo sguardo apparentemente severo del Volto mette in risalto che il Verbo incarnato è l'immagine del Padre. Il Libro della Vita tenuto dalla mano sinistra del Pantocràtor, in opposizione al rotolo sigillato, sta ad affermare che la Rivelazione di Dio Padre è avvenuta in Cristo suo Figlio. La tunica rossa indica la sua regalità (divinità), mentre il mantello blu la sua umanità. Il volto dipinto frontalmente come tutti i volti delle icone, che non sono mai raffigurati di profilo, sta a significare che la Parola di Dio (che è Cristo stesso) deve essere accolta "faccia a faccia con tutti i nostri sensi: gli orecchi, sempre visibili, ascoltano la Parola di Dio; il naso ne sente il profumo; la bocca parla lodandola, le mani indicano anche la bellezza, bontà e verità e gli occhi contemplano il suo mistero. (....torna su) Parabola: breve racconto che desume dalla natura o dalla vita un insegnamento religioso o morale; narrazioni di questo tipo sono caratteristiche della predicazione di Gesù. La Parabola è un racconto frutto di invenzione, ma verosimile, che tende a chiarire un argomento difficile, accostandolo a un argomento di facile comprensione, desunto dalla natura o dalla vita reale. Gli ascoltatori, appartenenti per lo più al popolo semplice e spesso analfabeta, venivano sollecitati a comprendere con facilita il messaggio sconvolgente di Gesù. (....torna su)
Paraclito: nel Nuovo Testamento lo Spirito Santo è detto il "Paràclito". Questa parola deriva dal greco paracletos, un termine del linguaggio giuridico che significava letteralmente "chiamato appresso", cui l'equivalente latino è l'ad-vocatus, cioè "avvocato", inteso come "difensore" o "soccorritore", per estensione "consolatore". Il contesto in cui si usa questo termine nei testi profani è quello del processo, ed indica "colui che sta al lato dell'accusato" per difenderlo. Gesù, nel suo discorso di addio riportato nel Vangelo di Giovanni promette ai suoi discepoli di non lasciarli soli, ma di mandargli un consolatore. In Gv 14,16 lo Spirito è chiamato "altro paraclito", a significare che il primo paraclito è lo stesso Gesù. Lo Spirito Santo fu donato alla Chiesa e agli Apostoli con la resurrezione di Cristo e in modo visibile durante la Pentecoste. Esso si riceve, dalle mani di un Vescovo (successore degli Apostoli), durante il sacramento della Cresima.
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Parusia: dal greco parousía, che significa "presenza". Nella teologia cristiana, indica il ritorno sulla terra di Gesù alla fine dei tempi. La Parusia ricorreva di frequente nella predicazione apostolica. Paolo di Tarso, infatti, nella Prima lettera ai Corinzi sperava di essere ancora vivo all'epoca della Parusia, tant'è che conclude questa lettera con l'espressione maràna tha, Vieni o Signore (I Cor 16,22). Quante sono le Parusie previste dal Piano divino di Salvezza? Esso prevede che Gesù vinca la morte a tre riprese, con tre interventi personali (detti Parusie).
Pubblicano:
nell'antica Roma, era l'appaltatore di tributi in genere per i terreni pubblici. In altre parole era un dipendente del governo d'occupazione romano. Il termine "pubblicano" deriva dal latino Re Magi: I tre misteriosi personaggi sono menzionati solo nel Vangelo di Matteo che parla dei Magi che dall'Oriente arrivarono a Gerusalemme durante il regno di Erode alla ricerca del neonato Re dei Giudei. Dal Vangelo di Matteo abbiamo solo riferimenti ai tre doni, l'oro, l'incenso e la mirra; il numero tre ha una forte valenza simbolica, per alcuni indicherebbe le tre razze umane, discendenti dai tre figli di Noè, Sem, Cam e Iafet. La religione cristiana attribuisce ai magi i nomi di Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, ma non tutte le fonti sono concordi. I doni dei Magi hanno un significato: fanno riferimento alla duplice natura di Gesù, quella umana e quella divina: l'oro perchè è il dono riservato ai Re e Gesù è il Re dei Re, l'incenso, come testimonianza di adorazione alla sua divinità, perchè Gesù è Dio, la mirra, usata nel culto dei morti, perchè Gesù è uomo e come uomo, mortale. (....torna su)Sadducei: costituirono un'importante corrente spirituale del tardo giudaismo (fine del periodo del secondo Tempio), e anche una distinta fazione politica verso il 130 a.C. sotto la dinastia asmonea. Rappresentata eminentemente dall'aristocrazia delle antiche famiglie, nell'ambito delle quali venivano reclutati i sacerdoti dei ranghi più alti, nonché, in particolare, il Sommo sacerdote, la corrente dei sadducei, si richiamava, nel proprio nome, all'antico e leggendario Sadoc (anche Sadoq o Zadoq), sommo sacerdote al tempo di Salomone. Cercavano di vivere un giudaismo illuminato, e quindi di trovare un compromesso anche con il potere romano. Sul piano dottrinale, si ritiene, in base alle scarse informazioni pervenuteci, che i sadducei, a differenza dei farisei considerassero vincolante solamente la cosiddetta Legge scritta, ossia quanto tramandato nei libri della bibbia ebraica, o Torah. Al contrario, i farisei sostenevano che avesse pari, se non anche superiore importanza, la Legge orale, ossia la tradizione interpretativa della Torah, trasmessa in maniera verbale, di generazione in generazione. Al contrario dei farisei, i sadducei non credevano alla resurrezione dei morti, ossia alla perpetuazione dell'individuo dopo la morte, in corpo e spirito. (....torna su)
Sceol: (o Sheol
),
è il termine usato nell'Antico Testamento p
er
indicare il
regno dei morti. Nella versione greca del Vecchio Testamento il vocabolo viene tradotto con Ade. Nel
Nuovo Testamento
il vocabolo viene ripreso con analogo significato.
Alcuni affermano che Sheol significhi semplicemente "fossa"; è la tomba comune dell'umanità, dove i morti risiedono inconsci a riposare in attesa della resurrezione. (....torna su)
Yahweh (anche Yahveh) è il dio del popolo ebraico. Questo dio originariamente venne descritto dalla Bibbia come un dio potente e creatore (Genesi), ma anche legato da un patto agli uomini: severo nel punire le colpe, attento verso i penitenti. La sequenza delle quattro consonanti YHWH, altrimenti impronunciabile, compongono il nome proprio del Dio descritto nell'Antico Testamento. In passato era largamente attestata la scritta JHWH, con inversione delle consonanti (perchè l'ebraico si scrive da destra a sinistra). In epoca contemporanea invece, la scritta più diffusa è YHWH. Alla parola YHWH, formata dalle sole consonanti si aggiunsero le stesse vocali di Adonai, per ricordare al lettore di pronunciare al suo posto la parola Adonai, che significa "Mio Signore".
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