PARROCCHIA SS. REDENTORE - MONSERRATO

Tre anni fa ci ha lasciato per ritornare alla casa del Padre signor Mariano Zuddas (1926-2009), a sinistra nella foto. In parrocchia, dove in genere arrivava in bicicletta, svolgeva varie mansioni, ma la maggior parte di noi lo ricorda soprattutto come il campanaro, forse l'ultimo.
Abbiamo chiesto a Don Sergio di offrirci un profilo spirituale e umano del signor Mariano.

Signor Mariano, l'ultimo campanaro

 

Arrivando in parrocchia ho trovato una buona squadra di collaboratori e tra essi, in prima fila, il signor Mariano. Sempre discreto, amabile, disponibile, con un grande amore verso la Chiesa e di conseguenza con un affetto grande anche nei confronti dei ministri di Dio. Non era tanto interessato a chi fosse il ministro di Dio, ma era "ministro di Dio" e ciò era per lui sufficiente per assumere un atteggiamento di rispetto e collaborazione. Ho potuto instaurare con lui un bel rapporto di sincera e schietta amicizia, senza lasciare mai spazio a fraintendimenti. Era capace di presentarsi in "alta uniforme" per le celebrazioni solenni ed allo stesso tempo con grembiule, scopa e paletta quando c'erano da fare i lavori più umili. Ogni momento della vita parrocchiale era da lui sentito come motivo di doverosa presenza. Ha sempre lavorato dietro le quinte con semplicità ed umiltà, ma con impegno, facendo si che al momento giusto tutto fosse a posto: il fuoco fosse acceso per bruciare le palme per la quaresima, il fuoco fosse acceso all'inizio della veglia di Pasqua, il sagrato fosse pulito dal riso al termine dei matrimoni… Se è vero che tutti siamo utili e nessuno è indispensabile, credo si possa dire che la non presenza fisica del signor Mariano si sente. Il suo modo di esprimersi era sempre garbato e se aveva da presentare una sua idea si introduceva con un bel "comunque" e questo era l'inizio di almeno un quarto d'ora di ragionamento simpaticissimo, spaziando su tematiche sociali, religiose e talvolta politiche, non mancando mai di suscitare riflessione e curiosità in chi ascoltava.

Sapeva stare con tutti: con i piccoli e con i grandi, con i semplici e con i dotti. Era apprezzato come infermiere nell'ambiente del lavoro per la sua professionalità e dirittura morale. Abituato a preparare tutto con ordine e per tempo, rendendosi conto che la malattia avanzava, ha voluto preparare nei minimi particolari tutto ciò che riguardava la sua partenza verso il Paradiso (dalla foto, al ringraziamento da apporre nel necrologio). La sua è stata davvero una bella testimonianza di vita sacramentale e di vita cristiana vissuta.

                                                                                       Don Sergio Manunza

Cardinale Canestri, Don Sergio, Sig. Mariano
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