PARROCCHIA SS. REDENTORE - MONSERRATO

La sofferenza non ha spento il suo sorriso. Ignazio (a sinistra nella foto) é un collaboratore parrocchiale, fa parte del coro, sempre pronto per tutti, disponibile, generoso, e sempre sorridente. Un giorno però la sua vita è cambiata. Comincia ad accusare dolori alla schiena, una gamba non gli permette di camminare normalmente, e quindi zoppica. In famiglia si preoccupano e decidono di fare dei controlli. Arriva l'esito: SLA ( Sclerosi Laterale Amiotrofìca). Gli crolla il mondo addosso, ma non si perde d'animo e lui continua a venire a messa, continua a cantare e ad essere partecipe di tutti gli impegni presi dal coro, finché la sua voce comincia a diventare sempre più rauca e quindi gli impedisce anche di cantare. Continua comunque ad andare al coro perché vuole stare con i suoi amici. Ma la malattia procede talmente veloce che gli viene difficile anche respirare, perciò il 5 giugno 2011 viene portato in ospedale in rianimazione e gli viene fatta la tracheotomia, che gli ha permesso di riacquistare un po' di forze. .

Amare nella sofferenza: Ignazio
"Il più grande spreco è la sofferenza non donata" (Padre Pio)
Da quel giorno lui vive nel reparto di rianimazione attaccato a un respiratore che gli consente di rimanere in vita, ma il miracolo più grande e che non ha mai perso il sorriso, continua ad andare avanti fiducioso e offrendo a Dio la sua sofferenza. Ricordiamoci di Ignazio nella preghiera.
                                                                                                                                                                (Stefania Dessì)


Lettera di auguri alla Comunità parrocchiale di Ignazio Angioni per l'inizio del Nuovo Anno.

Gesù è nato e ci ha regalato una speranza, poi crescendo ha evangelizzato, diventato adulto è morto sulla Croce per noi, prendendosi tutti i nostri peccati. Ci ha lasciato un messaggio importante: con la resurrezione Lui vuol condividere con noi la Beatitudine del Paradiso e ci ha indicato la strada da seguire tramite il Vangelo.

Non nascondiamoci dietro la scusa che non abbiamo la possibilità di aiutare i poveri: li possiamo aiutare con la vicinanza, con una parola buona, aiutandoli a fare la spesa, a cucinare, a pulire la casa, a farsi la barba, a lavarsi, accompagnandoli in chiesa e passando un po' del nostro tempo con loro così da non farli sentire soli. Possiamo visitare gli ammalati, gli ospizi, aiutare i bambini che hanno difficoltà nello studio… etc…

Dio ci ha messo nel cuore la pianta dell'amore: facciamola fruttare, anche se la strada per diversi cristiani diventa sempre più stretta e impervia, piena di trabocchetti messi dal Diavolo per farci cadere in tentazione.
Fortifichiamo la nostra Fede con la Preghiera espressa con l'Amore.

Un mio pensiero d'amore
BUON ANNO A TUTTI da Ignazio Angioni
Non parlate a vanvera: le parole le porta via il vento; fate azioni. Dobbiamo essere tutti lavoratori nella vigna del Signore per meritarci la ricompensa di poter condividere con Gesù la meraviglia del Paradiso. Ascoltate il Vangelo e seguite le spiegazioni che Don Sergio vi da. Non criticatelo ma aiutatelo perché possa esprimere tutto l'amore che ha nel cuore.

Noi dobbiamo essere luce anche nella notte più buia. Gesù è amore e noi dobbiamo imitarlo. Ricorda: ascolta Israele e ama il tuo prossimo come te stesso.

Il 6 febbraio 2014 è ritornato alla casa del Padre Ignazio Angioni. E' stato per anni collaboratore parrocchiale e membro del Coro adulti. Durante l'omelia don Sergio ha sottolineato lo stile cristiano ed umano di Ignazio: la sua affabilità, la disponibilità a collaborare in parrocchia, la capacità di pacificare le situazioni di conflitto relazionale. Soprattutto colpiva in Ignazio lo sguardo intenso dei suoi occhi che emanavano la luce dell'incontro con Cristo. Ignazio era anche molto devoto della Madonna, anzi si può dire che è stato un "apostolo del rosario" che regalava a quanti lo incontravano, anche sul posto di lavoro.
Difficile, ogni qualvolta c'è una esequia funebre, dire parole consolatorie alle persone affrante dal dolore per la perdita della persona amata. Don Sergio ha suggerito di cercare una risposta al dolore guardando all'esempio dei santi. La sofferenza per la morte di una persona amata è sempre cristianamente bilanciata ed addolcita dalla speranza cristiana nella realtà della vita eterna dove tutti ci ritroveremo e gioiremo in eterno.

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