La Liturgia Eucaristica (Eucaristia significa letteralmente “rendere grazie”) è il nucleo principale della Messa, il suo centro, che celebra e perpetua il memoriale dell’Ultima Cena. E’ la realizzazione del pasto eucaristico, con la presenza reale del Corpo e Sangue di Cristo, col quale viene simbolicamente nutrito il corpo ed attraverso il quale giunge a noi la Grazia.

La liturgia della Parola è l’elemento razionale che prelude al rito Eucaristico e lo completa perché ne spiega il significato. Così come il pasto Eucaristico nutre simbolicamente il corpo, così la Parola nutre lo spirito alimentando la conoscenza ed il sapere cristiano. Nella liturgia della Parola, Dio parla al Suo Popolo, attraverso la lettura della Bibbia e l’omelia del Celebrante che commenta le letture.
Il servizio liturgico della lettura viene svolto, come tutti gli altri servizi, da vari ministri ad esso preposti:
- la proclamazione del Vangelo è di competenza del Diacono, in sua assenza del Sacerdote;
- la proclamazione delle altre letture è di competenza del Lettore.

Il Lettore può essere istituito o di fatto.

Il lettore istituito è un laico al quale la Chiesa, dopo che abbia seguito una adeguata preparazione ed abbia manifestato di possedere le necessarie attitudini, affida la proclamazione delle parola di Dio eccetto il Vangelo; può anche proporre le intenzioni della preghiera universale ed in mancanza del salmista proclamare il salmo interlezionale. In particolare al lettore istituito viene affidata anche la preparazione dei fedeli alla comprensione della parola di Dio.

Si tratta quindi di un ministero con compiti oltre che di proclamazione della Parola di Dio, di catechista, di educazione alla vita sacramentale e di evangelizzazione.
Presupposto fondamentale per svolgere tali delicati compiti è la conoscenza, la meditazione e la testimonianza della parola di Dio e quindi una adeguata preparazione che deve essere soprattutto spirituale, ma è anche necessaria quella propriamente tecnica.

La preparazione spirituale comporta:
- la formazione biblica : deve portare i lettori istituiti a saper inquadrare le letture nel loro contesto ed a cogliere il centro dell’annuncio rivelato alla luce delle fede
- la formazione liturgica: deve comunicare ai lettori istituiti una certa facilità nel percepire il senso e la struttura delle Parola e le liturgia eucaristica.
- la preparazione tecnica : deve rendere i lettori istituiti sempre più idonei all’arte di leggere in pubblico, sia a voce libera che con l’aiuto degli strumenti di amplificazione.

Il lettore di fatto. Se nella parrocchia non sono presenti lettori istituiti occorre individuare alcuni laici che siano particolarmente idonei e preparati a compiere questo ministero. Se ci sono più lettori e si devono proclamare più letture, è bene distribuirle fra i vari lettori. Il lettore di fatto è un laico, uomo o donna, al quale viene affidato il compito temporaneo di proclamare la Parola di Dio ( con l’ovvia esclusione del Vangelo) durante le celebrazioni liturgiche. Si tratta quindi di un ministero di fatto che, come gli altri ministeri di fatto ( ad es. il ministero straordinario dell’Eucarestia), non hanno riconoscimento ecclesiale ma costituiscono “ consistenti e costanti servizi pubblici alla Chiesa”.


COME PROCLAMARE LA PAROLA DI DIO

La lettura (o, meglio, la proclamazione) della Parola di Dio può sembrare, all’apparenza, una operazione semplice. In fondo si tratta “solo” di leggere e parlare. Dobbiamo però tenere presente che:
- lo si fa in pubblico;
- si proclama la Parola di Dio e quindi gli stiamo prestando la nostra voce.

A) Il lettore deve in primo luogo leggere i testi (non solo la lettura che si deve proclamare) per capirne il significato e conoscere il contesto della celebrazione in cui sono inseriti. Poi il lettore dovrebbe leggere diverse volte il testo ad alta voce. Solo così, infatti, ci si può rendere conto di un gran numero di difficoltà.

B) Il lettore deve conoscere bene l'ordinamento delle letture e dei lezionari, almeno per quanto riguarda le domeniche e le feste degli anni A, B e C; i giorni feriali dell'anno I e II (anni dispari e anni pari); le messe dei santi (che offrono spesso varie possibilità di scelta).

C) È necessario che pensi agli uditori e si regoli su di essi. Col suo modo di parlare, guardare e comportarsi deve stabilire un certo contatto con essi, creare una comunicazione. Dato che si ascoltano in maniera diversa le persone cui ci si sente legati, bisogna tener conto della relazione fra lettore e comunità.

D) Le letture devono essere lette dall’ambone messo bene in evidenza e dal lezionario, non da fogli volanti, libri vari, ecc.
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E) Prima d’iniziare a leggere è bene attendere sempre che l’assemblea sia seduta, in silenzio, in disposizione di ascolto; anche scenograficamente è importante uno stacco per distinguere i riti d’introduzione dalla liturgia della Parola. Se c’è anche qualche secondo di silenzio, meglio!

F) Non è bene che i lettori stiano tutti ammassati all’ambone, uno accanto all’altro, né che ogni lettore si avvii all’ambone dopo una passeggiata attraverso mezza chiesa. E’ bene invece che i lettori abbiano dei sedili a loro riservati e che li occupino fin dall’inizio della Messa. Sia l’avvicinamento sia l’allontanamento dall’ambone devono essere fatti con calma, lentamente e senza intralciare gli altri.

G) Giunto all’ambone, prima di iniziare a leggere, il lettore regola alla propria altezza sia il leggio sia il microfono, poi guarda in faccia la gente, come per presentarsi, e solo quando tutto è a posto e l’assemblea in silenzio comincia a leggere.

H) Non leggere mai ciò che è scritto in rosso (es.: “prima lettura”, “salmo responsoriale”, ecc.): sono cose da farsi, non da dirsi! Il titolo dev’essere staccato dalla lettura mediante una pausa: il titolo è un insegna che deve essere pertanto anche evidenziata con un cambiamento di tono e di volume. Al termine della lettura bisogna fare risaltare anche la frase “Parola di Dio”, facendola precedere da una pausa, cambiando tono e guardando in faccia la gente mentre la si dice.

I) La preparazione è indispensabile: leggere ad alta voce a casa; approfondire il testo, renderselo familiare; pensare a quello che si legge; quello che non capisco non posso neppure comunicarlo in maniera comprensibile.

L) Articolare il testo. Fare le debite pause: la punteggiatura non è sempre un criterio attendibile.

M) Controllare il ritmo della lettura, le pause, il volume, il tono della voce, l'articolazione, la respirazione, la melodia della frase, la cadenza, le inflessioni dialettali utilizzando eventualmente, soprattutto le prime volte, un registratore.

N) Non accentuare troppo. Porre solo un accento principale nella proposizione. Non evidenziare gli aggettivi, le negazioni e la finale della frase. Prima di un'affermazione importante è utile fare una pausa per aumentare la tensione.

PARROCCHIA SS. REDENTORE - MONSERRATO

IL MINISTERO DEL LETTORATO

Come ben sappiamo la Messa è costituita da due parti principali: la “Liturgia della Parola” e la “Liturgia Eucaristica” separate, nella celebrazione domenicale, dal Credo. Le due parti sono così strettamente legate, da formare un unico atto di culto. Nella Messa infatti viene imbandita sia la mensa della Parola di Dio ( Ambone, da cui si proclama la Sacra Scrittura) sia la mensa del Corpo di Cristo (Altare).

Alcuni lettori della Parrocchia
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