PARROCCHIA SS. REDENTORE - MONSERRATO

Nel marzo 1943 avevo 18 anni (nella foto il signor Francesco in età giovanile) ed ero stato costretto, con i miei genitori ed un fratello di 16 anni, a sfollare da Monserrato a Monastir, dove avevamo una azienda vinicola. Questo perché a febbraio Cagliari era stata bombardata e si aveva paura che anche Monserrato venisse colpita.
Il 31 marzo si presentò per la mia famiglia la necessità di venire a Monserrato per prelevare il vino in grandi quantità e barattarlo poi con il grano. Mio padre decise di mandare me con il signor Loi, la cui diligenza a trazione animale - tirata da due cavalli, poteva portare 12 persone a sedere, sei da una parte e sei dall'altra, più una tredicesima accanto al guidatore - quotidianamente percorreva in andata e ritorno il tragitto tra Monastir e Cagliari. Arrivati a Monserrato caricammo i viveri e verso l'una stavamo per rimetterci in cammino quando all'improvviso suonarono le sirene dell'allarme che preannunciavano un attacco aereo.

Quel 31 marzo 1943 nel ricordo del Sig. Francesco

Dovemmo fermarci. Gli aerei arrivarono - fitti in cielo come grappoli - ed iniziò lo spezzonamento. La gente, per sfuggire ai bombardamenti, cercava di allontanarsi dalla città verso la campagna, ma gli aerei bombardavano e mitragliavano la gente in fuga. Noi non capivano questo accanimento contro la popolazione civile, visto che a Monserrato c'era da bombardare solo un aeroporto militare. Lo capimmo dopo: lo scopo era quello di terrorizzare la popolazione civile per spingerla a rivoltarsi al regime politico; non a caso al termine del bombardamento mandarono dal cielo anche dei volantini con l'invito: "ribellatevi".
Cessato il bombardamento rimanevano sul terreno morti e feriti per cui bisognava fare qualcosa. I feriti - caricati anche su carrucius - vennero raggruppati in alcune case dei singoli quartieri, anche nella mia, in attesa di essere portati in ospedale o che si prestassero comunque i primi soccorsi. I morti vennero caricati su un carretto trainato da un asino e portati in cimitero. Io sono uno che davanti al sangue si spaventa, ma in quel frangente, davanti a persone conosciute e gravemente ferite, mi comportai come un automa: agivo senza pensare a niente, neanche ai miei genitori a Monastir, tutto preso da quello che facevo. Anche il parroco - mi conosceva bene perché frequentavo il Circolo S. Ambrogio - mi chiamò per aiutarlo ad assistere i feriti, per indicargli anche chi aveva più urgente bisogno spirituale. Ad una certa ora il signor Loi, per evitare di dover viaggiare al buio, mi fece salire sulla sua diligenza e si diresse a forte andatura verso Monastir. A quel punto sono rientrato meglio in me stesso, ho rivisto tutto quello che era successo, tutte le persone conosciute ferite o uccise e sono scoppiato a piangere. Il signor Loi cercò di consolarmi dicendomi che il tempo avrebbe guarito i ricordi e le ferite. Era già buio quando arrivammo a Monastir. La piazzetta antistante la nostra abitazione a Monastir era piena di gente che aspettava angosciata me e il signor Loi, infatti gli operai che lavoravano a Cagliari ci avevano preceduto nel ritornare a Monastir ed avevano portato le tragiche notizie provenienti da Monserrato. Trovai in piazza mio padre, mia madre e mio fratello più piccolo. Mio padre ci disse subito che eravamo stati degli incoscienti a trattenerci a Monserrato così a lungo, lasciando loro in pena. Io ammutolii - all'epoca si aveva una grande soggezione verso il padre - poi spiegai tremolante a mio padre che ero rimasto a soccorrere i feriti, che mentre li soccorrevo non sentivo dentro di me altro pensiero. Mio padre si avvicinò a me, mi buttò le braccia al collo e mi abbracciò, poi abbracciai anche mia madre e mio fratello. Entrati in casa, mia madre preparò qualcosa da mangiare per me ed anche per il signor Loi e raccontammo ai nostri cari i particolari di quella tragica giornata.

                                                                                                                                                Francesco Masala


 

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